Vidya Gastaldon

Visiomire

Animazione, 1'40'', 2019

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Visiomire di Vidya Gastaldon, s’ispira al segnale televisivo vuoto che è apparso per decenni, in mancanza di trasmissione. In questo caso però, l’artista lo anima in un video dall’effetto ipnotico. Il film è composto da forme geometriche astratte, modellizzate al computer al fine di facilitare la scelta dei colori. Questi ultimi influiscono sul cambio dei valori, dei contrasti, delle sfumature, dell’intensità, degli effetti dominanti e complementari. Tali giochi di colori trovano un riscontro in una molteplicità di scambi formali, composizioni estremamente variegate, che risultano dalla stessa struttura di base, in parte interamente visibile, in parte solo parzialmente mediante linee, superfici colorate o entrambe contemporaneamente. Anche la densità varia, passando da un’importante occupazione della superfice a passaggi spogli. I ritmi sono anch’essi sfumati: fasi di cambiamenti frenetici si alternano con momenti più quieti, di movimenti rallentati. Queste brevi pause colorate permettono al nostro sguardo di riposarsi. Visiomire dimostra come, partendo da una base semplicissima, il potenziale di variazione è quasi infinito.

Opera prodotta dal Fondo cantonale d’arte contemporanea, Ginevra.

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Vidya Gastaldon è nata nel 1974 à Besançon, in Francia. Vive e lavora a Ginevra. È cresciuta in una famiglia che pratica la meditazione e che la introduce in diverse forme della spiritualità. Vidya Gastaldon studia le Belle Arti a Grenoble, dove si laurea nel 1997. I suoi debutti ricevono rapidamente un riscontro positivo, grazie alla sua performance realizzata nel 1993 per il Museo d’arte moderna della Città di Parigi. Tra il 1994 e il 2001 collabora con Jean-Michel Wicker, conosciuto durante gli studi. I suoi lavori ricevono diversi riconoscimenti, tra l’altro il Swiss Art Award. Tra il 2010 e il 2015 è co-direttrice dello Zabriskie Point, spazio d’arte a Ginevra.

Le sue opere si estrinsecano su diversi piani, tra cui il disegno, la scultura e il video. Predilige l’utilizzo di materiali e tecniche semplici, talvolta associati ad attività tradizionalmente femminili, quali la lavorazione a maglia e il ricamo. Le sue opere portano lo spettatore in un mondo fantastico, che sembra uscire da un sogno o essere frutto di un’allucinazione. Vi mescola – spesso con umorismo – riferimenti provenienti da diversi ambiti, come la religione, la storia dell’arte o i cartoni animati. Nei paesaggi immaginari dei suoi disegni l’artista riproduce la natura nella sua complessità e con le diverse forme che la definiscono. Mostra i fenomeni fisici che scandiscono il ciclo di vita, come la trasformazione della materia.