Giulia Essyad

Bluebot

Video per schermo LED 432 x 384 cm, suono, in loop, 9’10’’, 2021.

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In Bluebot, Giulia Essyad propone un’opera di fantascienza femminista che mette in scena una comunità matriarcale, assistita da robot dotati di intelligenza emotiva ovvero le bambole blu Bluebot. Il tutto si svolge in un futuro post-apocalittico nel quale le sole sopravvissute sono le donne, artefici di tali dispositivi. La bambola è a sua volta infantile, sensuale e fisica ed è espressione del corpo dell’artista stessa che le conferisce memoria e sagacia al servizio degli altri protagonisti nonché la vita che, benché artificiale, sfugge alla sua autrice grazie al pensiero indipendente.

Bluebot parte alla ricerca della propria storia su un pianeta parzialmente in rovina. Esplora l’ambiente in un misto di gioia e melancolia. La storia è tanto frammentata ed enigmatica quanto la dollbot smembrata, che presenta al contempo un fil rouge: l’emotività legata a nozioni quali la perdita e la ricostruzione del passato.

Essyad si lascia ispirare dalla estetica dei videogiochi e mescola immagini reali, generate dal computer nonché animazioni in miniatura (3D, stop motion). La colonna sonora dell’artista svolge un ruolo centrale in quest’opera, che sarà soggetta a ulteriori sviluppi in materia di musica, testo e performance. La disparità sul piano visivo di Bluebot è parte di quello che Essyad chiama “compost d’immagini”. Ci spiega a riguardo: «Non voglio eliminare il disordine dalle mie opere. Credo che gli errori le rendano più precise. L’opera parla del mondo, e il mondo è in disordine.»

Coproduzione del Fondo cantonale d’arte contemporanea di Ginevra ed il Centro d’Arte Contemporanea Ginevra, nell’ambito del programma MIRE e della Biennale de l’Image en Mouvement (la BIM beneficia del sostegno del Fondo d’arte contemporanea e della Città e cantone di Ginevra)

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